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Il “Progetto 30 Anni…per non dimenticare Falcone e Borsellino” all’IISS “E. Majorana” di Martina F.

A Scuola di Legalità: il “Progetto Trent’Anni…per non dimenticare Falcone e Borsellino”

all’IISS “E. Majorana” di Martina Franca

Il 23 maggio scorso, in occasione del trentesimo anniversario delle stragi mafiose di via Capaci e di via D’Amelio in cui persero la vita rispettivamente il giudice Giovanni Falcone e il giudice Paolo Borsellino, la scuola “Ettore Majorana” di Martina Franca ha voluto ricordare due uomini che con la loro attività di magistrati sono diventati il simbolo della lotta antimafia e all’illegalità.

All’uopo la scuola ha promosso iniziative finalizzate alla conoscenza e allo sviluppo di buone pratiche di impegno educativo, sociale e culturale. Per coronare tale percorso formativo, la Dirigente Scolastica, prof.ssa Anna Maria Gabriella MELE, di concerto con il dott. Milto Stefano DE NOZZA, Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, e il dott. Massimo GAMBINO, Questore di Taranto, hanno fortemente programmato un incontro, presenziato anche dal dott. Pierfranco AMATI, Vice Questore del Commissariato di Polizia di Martina Franca, che si è svolto presso l’Aula Convegni dell’istituto Majorana e a cui hanno partecipato con vivo interesse gli alunni della stessa scuola.

I saluti di apertura da parte della Preside, professoressa MELE, con il ringraziamento ai graditissimi ospiti e alle referenti del “Progetto Trent’Anni…per non dimenticare Falcone e Borsellino” le professoresse Lucia Locorotondo e Serena Spagnoletti, hanno da subito circostanziato, e con fervore, un oggetto dell’incontro molto caro al mondo della scuola e legato ai temi della democrazia, della libertà e del rispetto delle regole.

Il dott. GAMBINO, questore di Taranto, ha voluto ricordare e trasmettere empaticamente agli studenti come ha vissuto, da giovane ventinovenne in squadra mobile, la notizia delle stragi di Palermo. Sono venute fuori dense emozioni, mai sopite, al ricordo di due uomini/magistrati e dei loro ideali indirettamente e differentemente sostenuti anche dagli agenti della scorta che quotidianamente li accompagnavano; da qui il monito che ognuno di noi, in modi diversamente corretti, può scegliere di vivere nel rispetto delle regole e nella legalità e prodigarsi così per il bene comune. Su questo assunto si è incentrato in maniera ancora più decisiva l’intervento del Sost. Procuratore DDA di Lecce dott. DE NOZZA che, in occasione delle stragi, da giovane maturando ha confessato di aver provato un profondo senso di smarrimento e di paura.

Il magistrato DE NOZZA, da “Servitore dello Stato”, per sua stessa definizione, è onorato di rappresentare quegli uomini di Stato che hanno deciso di mettersi al servizio del bene comune. Con sgomento ha asserito che oggi il ritratto istituzionale di alcune importanti agenzie formative, in primis la famiglia, sia cambiato e si avverte una profonda crisi di valori che in passato erano improntati più sul rispetto e sulla solidarietà in generale. Oggi si è più tentati nello sposare cause che possano facilitare il raggiungimento di ideali individualistici.

A queste e ad altre considerazioni ha avuto seguito un dibattito finale tra relatori e studenti in cui si è assistito a un vivace scambio generazionale inerente alla giustizia, all’importanza del rispetto delle regole in tutti gli ambiti della vita. Una sfera argomentativa in cui il “rispetto incondizionato” ha incontrato inevitabilmente la recalcitranza di una età adolescenziale che reclama i suoi peculiari spazi per cercare di crescere e affermare la propria autonomia. D'altronde anche da queste conflittualità si innescano percorsi di crescita: in una scuola che offre occasioni di incontro e di partecipazione, di ascolto senza prevaricazione, di rispetto delle regole di convivialità e di apertura e scambio interattivo, tutto questo diventa anche “Educazione alla Legalità”.


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