Si è tenuto stamattina a Taranto sotto una pioggia battente in piazza della Vittoria il Flash-mob della categoria Magistrati onorari per protestare contro la precarietà di una categoria il cui apporto è fondamentale per garantire l'operato e la funzione cruciale della giurisdizione italiana. Con una rosa rossa tra le mani in segno appunto di discriminazione ed i Codici Civili e Penali, tutti i magistrati onorari delle province di Taranto, Brindisi e Lecce rappresentati da Giudici di Pace, Giudici Onorari di Tribunale, Vice Procuratori Onorari e Giudici Ausiliari di Corte d'Appello hanno lanciato l'ennesimo monito al governo Conte dopo altri scioperi già delineati nei mesi precedenti per veder riconosciuto il giusto trattamento giuridico, economico e previdenziale. L'appello a Conte, ma anche al ministro della Giustizia Bonafede, è quello di veder riconosciuti i propri diritti e, quindi, lo status di lavoratori a tutti gli effetti al pari dei togati.
Lo status di semplici volontari, infatti, non fa onore ad una categoria determinante per l'espletamento delle varie attività giuslavoristiche come sancite dalla Corte Europea di Giustizia.. Tra l'altro, nonostante la protesta dilagante in tutta Italia per un novero complessivo di 5000 magistrati onorari, gli stessi professionisti hanno inscenato una protesta civile senza però astenersi dalle varie udienze civili e penali e, pertanto, senza mai trascurare il proprio lavoro. Lo stato di malessere dei magistrati onorari si è anche acuito negli ultimi giorni con un perdurante sciopero della fame.
"Chiediamo solamente di far valere i nostri diritti" - ha sintentizzato con un preciso e mirato intervento il giudice di Pace di Taranto Lanfranco D'Alanno. Gli ha fatto eco anche il GOT Anna Casalino che ha rimarcato "la funzione determinante del loro operato in tutti i più disparati e variegati ambiti dell'intensa e delicata attività giurisdizionale". In conclusione spazio anche al Giudice di Pace di Martina Franca Alessandra Di Biase, intervistata dal direttore di Video M Italia Rocco Monaco, che ha puntato il dito contro "la sordità dei vari Governi nel recepire le istanze della categoria restate inascoltate, nonostante le continue richieste fatte al MInistero di Grazia e Giustizia, nonché al Presidente del Consiglio Conte pregandolo ancora di sistemare l'annosa questione specialmente in occasione dell'approvazione del Recovery Plan".
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